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2020 – Tenersi per mano e andare a spasso (Charles M. Schulz)
Trovare una definizione dell’amore non è facile. La letteratura è infinita e se guardiamo al riassunto di Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Amore) al 17 luglio 2020 troviamo 18 pagine descrittive.
Tuttavia in genere si tratta non di definizioni, ma di descrizioni di azioni ed atteggiamenti da tenere con un “altro” singolare o plurale, come Schulz nei suoi fumetti.
Scrive Paolo, nella Prima lettera ai Corinzi:
L’amore è paziente, benigno è l’amore; non invidia; non si vanta l’amore, non si gonfia, non è indecoroso, non va in cerca del suo, non si adira, non mal pensa, non vuole il sopruso, ma gode della verità; tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto soffre. (1 cor 13:4-7 Bibbia Nardoni, LEF 1960)
Ho messo il riferimento perché le ultime versioni CEI hanno sostituito la parola amore con carità. Nessun problema teologico, ma dal punto di vista della lingua corrente sembra ci sia timore della parola. In effetti se un mendicante invece di dire “fate la carità” dicesse “amatemi” si resterebbe sconcertati; la sensazione che dà la parola amore è ben diversa da quella che dà “carità”
Quindi sintetizziamo dicendo che l’amore è una relazione disinteressata con un “altro” da noi, relazione che vuole il “suo” bene, da cui può venire anche gioia per noi, ma non necessariamente.
Perché questa riflessione?
Già nel Pentateuco si dice “ama il prossimo tuo come te stesso” (Levitico 19.18) ed inoltre “ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, tutta la tua anima e con tutto il tuo potere” (Deuteronomio, 6.5). Infatti quando uno scriba chiede “Qual è il primo dei comandamenti?” Gesù risponde “….Amerai il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze. Il secondo è questo: amerai il prossimo tuo come te stesso” (Marco 12,28-34). Allora tutto bene?
Se l’amore è relazione con qualcuno altro da noi, il secondo non ha molto senso.
Infatti noi siamo unici ed anche se si parla di amor proprio, non si tratta dell’amore in cui c’è una relazione, quando pensiamo e ci parliamo sono riflessioni interne allo stesso essere umano. L’amor proprio è egoistico.
Il suo significato è esemplificativo per un “popolo dalla dura cervice”.
In realtà Gesù ha dato un comandamento unico che li supera ed ingloba ambedue “Amatevi l’un l’altro come Io ho amato voi”(Gv 13, 34). Gesù è l’esempio da seguire, da imitare, capace di amare fino a dare la vita per gli altri. Figlio in quella Trinità che si intuisce solo considerando l’Amore come relazione tra differenti.
Dio Amore non può amare se stesso dell’Amore di cui Gesù è esempio, sarebbe contraddittorio.
Se si ama alla sua maniera non c’è altro Dio.
Allora possiamo seguire S. Agostino quando dice ““Dilige et quod vis fac”, ama e fa’ quello che vuoi. (“In epistolam Ioannis ad Parthos”, discorso VII, 8)
Se è vero Amore