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Stasera quando sono uscito per il giro c’era una strana calma. Il vento si era placato e le foglie delle piante erano stranamente immote nella luce dei neon e della luna.
Ma lì per lì non ci ho fatto molto caso.
Di nuovo mi ha colpito l’aria umida e calma, da prima notte d’estate, sia pur se fresca sul viso, quando sono uscito dalla Direzione. Ma non ci ho fatto molto caso.
Vicino alla polveriera mi sono ritrovato. Dopo aver timbrato l’orologio vicino al muro, di nuovo dopo tanto ho sentito la notte. Forse il silenzio rotto solo dal treno o dallo sbattere di solitaria imposta. Forse l’erba umida e fresca che mi invitava a giacere con lei.
Forse non ho risolto la mia crisi. Però ho ritrovato parte di me. Come quando ero tra i magazzini; quando di nuovo udivo il rumore dei miei passi sulla ghiaia. Dei miei passi soli, tranquilli, senza ignote paure ad inseguirmi. Laggiù vicino all’orologio mi sono dopo tanto risentito in sintonia col mondo, parte del mondo, dentro il mondo.
Le mille luci della città, il treno e tutto il mondo umano che c’è dietro. Tranquillo. Mi sono risentito come quando passeggiavo la notte a Cagnano guardando le stelle, o a Paganica tra le case parlando con gli amici; e le cose e le case erano lì tranquille partecipi di noi pur con i loro misteri ed i loro tenebrosi a volte fantasmi.
Se non sarete come questi fanciulli …..
Non si può lottare senza fiducia e speranza. Senza di loro si è vecchi e astiosi. Solo con esse si può combattere tranquilli in un mondo che è il nostro mondo ove può regnare l’amore. Non un mondo idilliaco, senza contrasti o lotte, un mondo arcadico di cartapesta. Ma in un mondo in cui la lotta per migliorarci e amarci include anche tutti gli altri esseri viventi, e le cose; nella fiducia e nella speranza perché solo così si può amare.

Sesto 11 aprile 1976